Esistono filtri e lavatrici che catturano le microplastiche durante il lavaggio? Sì, e ci sono novità in arrivo per questo 2023. Si va dai filtri esterni, da collegare allo scarico, alle lavatrici con filtro integrato, dalla borsa per il lavaggio alla sfera anti-microplastiche.
D’altra parte, l’inquinamento da microplastiche è un grande problema che l’Onu ha indicato tra le prime 6 emergenze ambientali a livello mondiale.
L’abbigliamento è particolarmente ricco di fibre sintetiche, visto che il 64% dei tessuti è fatto di plastica, cioè di fibre come poliestere, nylon, acrilico.
Queste fibre possono rilasciare fino a 700mila minuscoli frammenti di plastica ad ogni lavaggio in lavatrice. Raggiungono lo scarico e finiscono così per inquinare acqua e suolo. Ma anche l’aria che respiriamo, considerato che questi tessuti li indossiamo.
Non essendo biodegradabili le microplastiche persistono nell’ambiente ed entrano facilmente nella catena alimentare. Come ricorda l’associazione Marevivo, è stato calcolato che ognuno di noi ingerisce una media di 5 grammi di microfibre a settimana, quanto una carta di credito.
Quindi, prima di ogni acquisto è bene controllare le etichette di composizione ed essere consapevoli degli effetti sull’ambiente e sulla salute di questi indumenti.
Ad ogni modo, è tempo che il settore tessile e moda inizino a ridurre seriamente la dipendenza dai sintetici e collabori con l’industria degli elettrodomestici per trovare soluzioni efficienti in grado di catturare le microplastiche in fase di lavaggio.
Ma veniamo al dunque, la prima novità di cui ti parlo riguarda il noto brand dell’abbigliamento outdoor Patagonia e il colosso sud-coreano dell’elettronica Samsung.
Patagonia e Samsung per una lavatrice cattura microplastiche
Da oltre un anno Samsung e Patagonia stanno collaborando per affrontare la questione microplastiche. Da questa collaborazione è stato sviluppato il nuovo ciclo di lavaggio Samsung Less Microfiber Cycle. Presentato al CES 2023 di Las Vegas (Fiera dell’elettronica di consumo), questo ciclo di lavaggio riduce fino al 54% il rilascio di microplastiche.
Il risultato nasce dal confronto di un carico da 2 kg di felpe con cappuccio, in100% poliestere, lavato con il modello tradizionale Samsung di lavatrice europea WW4000T e il ciclo Less Microfiber Cycle del modello WW7000B. Il test è stato effettuato dal Laboratorio Ocean Wise Plastics Lab.
Le lavatrici con il nuovo ciclo di lavaggio saranno disponibili in Italia nel primo trimestre 2023.
Oltre al ciclo Less Microfiber Cycle, Samsung e Patagonia hanno sviluppato il filtro per lavatrici Less Microfiber. Si tratta di un filtro che riduce la dispersione delle microplastiche prima che raggiungano lo scarico. Questo filtro sarà disponibile in Europa a partire dalla seconda metà del 2023 e sarà compatibile con qualsiasi lavatrice.
Grundig FiberCatcher: la prima lavatrice con filtro anti-microplastiche incorporato
A lanciare la prima lavatrice con tecnologia di raccolta e filtraggio delle microfribre sintetiche è è stata Grundig con la gamma FiberCatcher®. Il sistema di filtraggio trattiene e raccoglie oltre il 90% delle microplastiche, azionando uno dei tre programmi dedicati al lavaggio dei tessuti sintetici. I due modelli di Grundig FiberCatcher®, da 9 e 10 kg, sono forniti anche di un filtro di ricambio.
Il filtro ha una durata media di 6 mesi e in un anno è in grado di raccogliere fino a 20 gr di microplastiche. Una volta esausto il filtro va riconsegnato all’azienda che provvederà al corretto smaltimento e alla fornitura del ricambio.
Inoltre, la gamma di lavatrici FiberCatcher® dispone anche della tecnologia WaterCare®. Un sistema che sostituisce i movimenti vigorosi del cestello con la forza dell’acqua. In questo modo il lavaggio risulta più delicato e con meno dispersione di microplastiche.
Fin qui la buona la notizia, la meno buona è che la FiberCatcher® al momento non è in commercio in Italia, ma speriamo lo sia presto.
Nel frattempo, Grundig insieme all’associazione Marevivo è impegnata in una campagna digitale di sensibilizzazione e di informazioni sull’emergenza delle microfibre.
Alla campagna collaborano l’Università delle Marche – Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente e il professore Francesco Regoli, da tempo impegnato sul tema delle microplastiche. L’obiettivo è un progetto di ricerca e sperimentazione. Infatti, nel corso di quest’anno, ci saranno una serie di test specifici attraverso l’utilizzo della lavatrice Grundig FiberCatcher®, per certificarne il ridotto impatto ambientale in termini di rilascio di microfibre.
Il filtro cattura microplastiche Electrolux
La scorsa primavera Electrolux ha messo in commercio un filtro cattura microplastiche. Si installa a parete e si collega alla lavatrice. Il nuovo Filtro per le Microplastiche può raccogliere fino al 90% delle fibre di microplastica, secondo test interni. Per installarlo non c’è bisogno di un idraulico, è sufficiente seguire le istruzioni fornite.
Il nuovo Filtro per le Microplastiche, realizzato almeno per il 50% con plastica riciclata, ha una cartuccia con un filtro a maglie strette che trattiene le microplastiche rilasciate dagli indumenti sintetici nel corso del lavaggio.
Una spia avvisa quando il filtro è pieno e va ripulito delle microfibre che vanno smaltite nell’indifferenziato domestico. Dopodiché basta reinserire la cartuccia con il filtro pulito.
Il costo del Filtro per Microplastiche è di 79,99 euro (incluso l’occorrente per l’installazione e la pulizia). Può essere acquistato sul sito electrolux.it o attraverso i rivenditori ufficiali.
Con una pulizia regolare, la durata della cartuccia con filtro è di 6 mesi. Una volta esaurita, e priva di microplastiche, può essere riciclata con la plastica. Se, invece, contiene residui di microplastiche va smaltita nell’indifferenziato.
Le cartucce di ricambio con filtro possono essere acquistate sul sito di Electrolux (codice E4WHCAR1). Ogni confezione ne contiene due e costa 29,99 euro.
Infine, il filtro funziona con le lavatrici Electrolux, AEG e Zanussi.
PlanetCare, il filtro anti-microplastiche per tutte le lavatrici
PlanetCare è un filtro esterno da collegare allo scarico della lavatrice e adatto a tutti gli apparecchi. E’ un prodotto made in Ue e nato dall’idea di Mojca Zupan, ex avvocato, fondatrice e Ceo di PlanetCare con sede a Lubiana.
Il costo del mini kit per l’installazione, comprese tre cartucce di ricambio, è di 59,50 euro. La durata di ogni cartuccia è di 15-20 lavaggi. Una volta esaurite vanno restituite gratuitamente all’azienda che provvederà a smontare la cartuccia del mezzo filtrante, quindi a ripulirla e a destinarla per gli usi successivi. Il tutto, avviene in un ambiente protetto in modo da evitare la dispersione di microplastiche.
Riguardo, invece, ai filtri usati il piano è quello di riciclarli per farne del materiale isolante. Ma l’azienda è alla ricerca costante anche di altre soluzioni. PlanetCare propone un sistema a circuito chiuso basato sul riuso e il riciclo in modo da evitare lo smaltimento in discarica o l’incenerimento.
Il costo della ricarica è di 94,50 per 12 cartucce. Ma è possibile aderire alla ricarica automatica al costo di 7,50 euro per una confezione di 6 cartucce.
L’installazione è semplice e si fa in 10 minuti. Riguardo, invece, all’efficienza di cattura delle microplastiche, secondo studi indipendenti, è del 90%.
Altri due filtri cattura microplastiche: Cora Ball e Guppyfriend
In commercio esistono diversi sistemi per filtrare e bloccare le microplastiche. Tra i più pratici ci sono Cora Ball e GuppyFriend. Ecco come funzionano.
La sfera anti-microplastiche Cora Ball
La Cora Ball è una sfera colorata con tanti “tentacoli” grande quanto un’arancia. Cora Ball è adatta a qualsiasi tipo di lavatrice, infatti basta inserirla nel cestello. Oltre alle microplastiche, cattura anche capelli e pelucchi vari, evitando l’intasamento del filtro della lavatrice.
La Coral Ball è prodotta negli Stati Uniti ed è fatta di materiale riciclato, morbido ed elastico, riciclabile al 100%. La durata è stata stimata in 5 anni.
Non è necessario rimuovere le microplastiche ad ogni lavaggio, ma solo quando si accumulano e sono ben visibili. Una volta rimosse, vanno smaltite nel contenitore dell’indifferenziato.
Unica accortezza è quella di non usare Cora Ball insieme a pizzi, merletti, maglie lavorate all’uncinetto o capi con frange. Questo per evitare che vadano ad infilarsi nei gambi degli anelli.
Cora Ball funziona? Secondo due autorevoli prove di laboratorio indipendenti, Cora Ball previene il rilascio di microplastiche nella misura del 31% e del 26%.
È possibile comprare Cora Ball in Italia? Dalla mappa del sito Cora Ball non compaio rivenditori in Italia. Ma cercando su google ne ho trovati un paio, entrambi specializzati nella subacquea: un rivenditore di Lecco e un altro di Porto Cesareo (Le). Il prodotto però è esaurito.
E nel resto d’Europa? Ci sono rivenditori tra Francia, Austria, Svizzera e Regno Unito, ma l’acquisto non è così semplice. Da un rapido controllo, ho notato che il prodotto o è terminato o le spedizioni sono limitate a livello nazionale oppure al massimo alla nazione confinante.
Al momento, l’unico modo per acquistarla è dal sito ufficiale. Il costo di Cora Ball è di circa 38 euro, più la spedizione dagli Usa. Magari conviene attendere che la Palla Cora torni ad essere disponibile in Europa o meglio ancora in Italia.
La sacca Guppyfriend acchiappa microplastiche
La borsa da lavatrice Guppyfriend nasce dall’idea di Alexander Nolte e Oliver Spies, compagni di surf e comproprietari di Langbrett, una piccola catena di negozi che vende attrezzatura da surf e abbigliamento outdoor.
Visto il contatto diretto con il mare e il settore dell’abbigliamento sportivo, hanno pensato di fare qualcosa di concreto contro le microplastiche. Così, grazie anche al finanziamento di Patagonia di 100 mila dollari, è nata questa borsa cattura microplastiche.
Come è fatta? È realizzata interamente in poliestere, inclusi fettuccia, rilegatura e cerniera. Il tessuto filtrante è in monofilamenti ed è molto resistenze e stabile. In pratica, è stata realizzata in modo tale da non rilasciare microplastiche durante l’utilizzo. La taglia della Guppyfriend è di 50 x 74 cm, una grandezza media utile per inserire alcuni capi. Una volta terminato il lavaggio, le microplastiche vanno raccolte dalla sacca e gettate nell’indifferenziato.
Dal sito ufficiale Guppyfriend si trovano anche alcune informazioni sulla filiera di produzione. Il tessuto filtrante è fatto in Italia, gli altri materiali in Portogallo. I laboratori di cucito si trovano in Portogallo e Polonia. Il design e la stampa della confezione sono realizzati in Germania.
Guppyfriend funziona? La sacca è stata testata per tre anni da istituti scientifici, università, rappresentanti dell’industria tessile e outdoor e rivenditori. In particolare, dal Centro di ricerca tessile tedesco nord-occidentale, DTNW, dall’Istituto Fraunhofer UMSICHT e dall’Università della California a Santa Barbara nell’ambito del programma di ricerca di Patagonia.
In pratica, i risultati dicono che, oltre a proteggere gli indumenti sintetici, la sacca riduce la dispersione di microplastiche dal 90% al 100%. Inoltre, è stata dimostrata una durata fino a 50 lavaggi.
Quanto costa Guppyfriend? Sul sito ufficiale il prezzo è di 27,50 euro più 5 euro di spedizione (la borsa viene spedita dalla Germania). Ci sono rivenditori anche in Italia oppure puoi comprarla nei negozi Patagonia.
Soluzioni non risolutive, ma un passo in avanti
Insomma, le soluzioni ci sono. Non sono risolutive. La soluzione drastica sarebbe non comprare abbigliamento con tessuti sintetici e che le aziende smettessero di utilizzare fibre di plastica. Siccome non si può fare dall’oggi al domani, queste soluzioni sono un primo significativo passo in avanti.
Infine, tieni presente che dal 2025 in Francia sarà obbligatorio per i produttori installare sulle lavatrici filtri anti-microplastiche. Questa sarà una grossa spinta per il mercato degli elettrodomestici.
E nel resto dell’Ue ci sarà questo obbligo? Credo sia inevitabile. Sarebbe anche utile, però, che nell’ambito della Strategia dell’Ue per il tessile circolare e sostenibile venissero inseriti limiti all’utilizzo di fibre sintetiche da parte dei brand.
Foto in apertura di Engin Akyurt