Le dichiarazioni di sostenibilità ambientale sui prodotti del noto e-commerce di moda europeo Zalando sono fuorvianti. A dirlo niente meno che la Commissione europea dopo un’indagine iniziata nell’aprile del 2022 dalla Rete di cooperazione per la tutela dei Consumatori (CPC), coordinata dalla stessa Commissione.
Cosa si chiede a Zalando? Di rimuovere le bandiere e le icone fuorvianti di sostenibilità visualizzate accanto ai prodotti offerti sulla sua piattaforma. “Tali indicazioni possono indurre i consumatori in errore circa le caratteristiche ambientali dei prodotti”, si legge nella nota della Commissione.
Per adeguarsi Zalando ha tempo fino al 15 aprile 2024. Un impegno che l’Azienda ha preso d’intesa con la Commissione europea.
Attualmente su Zalando è possibile scegliere determinati prodotti utilizzando il filtro “sostenibilità”. Cliccandoci si apre un menù a tendina per fare la spunta su una serie di opzioni: materiali biologici, materiali innovativi, materiali di provenienza responsabile, materiali riciclati, da produzione migliorata e, infine, progettati per la circolarità. Si può fare la spunta su una, più voci oppure su tutte. Un sistema che la Commissione europea ha chiesto di rivedere.
D’altra parte proprio a causa del filtro di selezione “sostenibilità” a settembre del 2002 Zalando ha vinto il Greenwashing Award dell’Associazione nazionale norvegese per la tutela dei consumatori. Non proprio un risultato lusinghiero.
Zalando e la sostenibilità: i cambiamenti chiesti dalla Commissione europea
Più nello specifico Zalando dovrà rimuovere tutte le icone ambientali fuorvianti visualizzate accanto ai prodotti (come una foglia o un albero); non dovrà più utilizzare il termine “sostenibilità”, o altri termini ingiustificati che indichino un beneficio ambientale e/o etico. Piuttosto, Zalando fornirà informazioni chiare sul prodotto specifico, ad esempio una cifra percentuale della quantità di materiale riciclato utilizzato.
Zalando dovrà eliminare le icone e il termine “sostenibilità” anche dal filtro di ricerca; dovrà fornire informazioni chiare e specifiche sui vantaggi ambientali e/o etici del prodotto nella pagina dei dettagli del prodotto.
Inoltre, dovrà rivedere la “Pagina Sostenibilità” introducendo due nuove pagine web: una con maggiori informazioni sugli standard di prodotto e una con informazioni sugli approcci e le strategie di Zalando legati alla sostenibilità.
Infine, dovrà garantire che le dichiarazioni ambientali si basino su aspetti significativi per l’ambiente.
Il richiamo della Commissione europea è un bel segnale per tutte le aziende del fashion: devono fare attenzione a come utilizzano il termine sostenibilità e alle prove che sono in grado di fornire. Riguardo a Zalando la misura è notevole trattandosi di un’azienda leader in Europa che opera in 25 mercati e offre un vasto assortimento con oltre 7.000 marchi.
In più, il richiamo della Commissione è arrivato in concomitanza con la recente direttiva sul Greenwashing che sarà integrata dalla direttiva sul Green Claims, le dichiarazioni verdi.
Ma non è finita qui: Zalando presenterà una relazione sull’attuazione degli impegni presi e la Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC) farà le sue valutazioni: se gli impegni non saranno rispettati potrà imporre multe o rimuovere i contenuti. Vedremo.
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