Ci sei alla Fashion Revolution Week 2023? Quest’anno la campagna annuale organizzata da Fashion Revolution si tiene dal 22 al 29 aprile. Un evento globale di attivismo per chiedere una industria della moda equa e giusta per le persone e il Pianeta.
Sette giorni di mobilitazione con numerose iniziative in Italia e nel mondo. Come puoi partecipare? Ti segnalo 5 cose da fare più un evento speciale organizzato da Fashion Revolution Italia a Milano.
Prima di proseguire, sai qual è il tema della Fashion Revolution Week 2023? È il Manifesto per una Fashion Revolution. Si tratta di 10 punti per chiedere un cambiamento radicale dell’industria globale della moda.
Leggi il Manifesto per una Fashion Revolution (Pdf)
Sono 10 semplici concetti che Fashion Revolution propose nel 2018, ma quest’anno lo fa, possibilmente, ancora con maggior forza. Infatti, la Fashion Revolution Week 2023 cade nel decimo anniversario della strage del crollo dell’edificio Rana Plaza in Bangladesh.
Anniversario: 10 anni dal crollo del Rana Plaza
Il Rana Plaza ospitava 5 fabbriche di abbigliamento che producevano per i principali marchi di moda occidentali. Nel crollo avvenuto il 24 aprile 2013 morirono 1.138 persone mentre cucivano i nostri vestiti. Erano soprattutto giovani donne. Alle morti si aggiunsero circa 2.500 feriti.
Una strage evitabile se fossero state rispettate almeno le minime condizioni di sicurezza. Invece, nonostante le vistose crepe sui muri, tutti furono costretti ad entrare pena il licenziamento o la minaccia di non ricevere lo stipendio, poverissimo, del mese.
Com’è oggi la situazione? Grazie al Bangladesh Accord sono state messe in sicurezza, con interventi critici di ristrutturazione, oltre 1.600 fabbriche e circa 2,5 milioni di persone che ci lavorano.
Nel 2021 il Bangladesh Accord è divenuto Accordo internazionale per la salute e la sicurezza nell’industria tessile e dell’abbigliamento. L’Accordo, siglato da oltre 190 marchi, promuove la sicurezza sul posto di lavoro attraverso ispezioni indipendenti, programmi di formazione e un meccanismo di reclamo per i lavoratori.
L’Accordo è stato esteso al Pakistan, ma è stato siglato solo da 35 brand, ne mancano ancora molti all’appello. I prossimi Paesi interessati all’estensione del programma di sicurezza sono Sri Lanka, Marocco e India considerati Paesi prioritari.
Come vedi, c’è ancora molto da fare, oltre al fatto che alla questione sulla sicurezza si affianca quella dello sfruttamento umano.
Orari di lavoro massacranti con retribuzioni che in molti casi non arrivano nemmeno al già misero salario minimo.
A 10 anni dal Rana Plaza, in Bangladesh il tempo e la fatica non contano. Lo stipendio mensile rimane estremamente misero. Infatti, il salario minimo corrisponde a circa 70 euro mensili, ma per vivere dignitosamente servirebbero 220 euro al mese. Se vuoi saperne di più guarda la docuserie Junk – Armadi Pieni, episodio 3.
Non va meglio in Pakistan, le donne che lavorano nel tessile e abbigliamento ricevono circa 40 euro al mese, addirittura la metà del salario minino legale, secondo i dati pre-pandemia.
Pakistan e Bangladesh sono solo esempi, l’elenco è lungo. Ecco perché è necessario attivarsi e partecipare alla campagna di Fashion Revolution per cambiare una industria della moda che sfrutta le persone, depreda e inquina l’ambiente.
5 cose da fare durante la Fashion Revolution Week 2023
Come ti dicevo, sono almeno 5 le cose che puoi fare nel corso di questa Fashion Revolution Week. Si tratta di 5 azioni che toccano, in particolare i primi due punti del Manifesto per una Fashion Revolution. Allora cominciamo:
1- Firmare il Manifesto per una Fashion Revolution
Se vuoi dare il tuo contributo per una rivoluzione della moda, metti la tua firma al Manifesto per una Fashion Revolution. Una moda che non sfrutta le persone, non schiavizza, che mette al centro la persona e non il profitto, che valorizza la creatività e l’artigianato, la moda che non spreca, ma che conserva e preserva l’ambiente, una moda che include e celebra la vita.
2- Firmare per un salario dignitoso nel tessile e abbigliamento
A dieci anni dal Rana Plaza, la maggior parte delle persone che realizzano i nostri vestiti guadagna ancora salari di povertà mentre i marchi di moda continuano a realizzare enormi profitti. Come sottolinea Fashion Revolution non può esistere una moda sostenibile senza una retribuzione equa.
Per questo motivo è stata lanciata lo scorso luglio la campagna Good Clothes, Fair Pay. Si tratta di una Iniziativa dei Cittadini Europei per chiedere all’Unione europea una legislazione sul salario dignitoso per i lavoratori dell’abbigliamento in tutto il mondo.
Cosa si chiede in pratica? Tutti i marchi che vogliono vendere nell’Ue debbono essere legalmente responsabili del pagamento di un salario dignitoso nelle loro catene di approvvigionamento, indipendentemente da dove vengono realizzati i loro vestiti.
Firma la campagna qui. Servono un milione di firme. La campagna terminerà a luglio 2023. Manca poco!
3- Firmare la petizione affinché tutti i marchi sottoscrivano l’International Bangladesh Accord
Ci sono ancora una dozzina di marchi che non hanno sottoscritto l’Accordo internazionale per la salute e la sicurezza nel tessile e abbigliamento. Chi sono? Eccoli: Amazon, ASDA, Columbia Sportswear, Decathlon, Ikea, JC Penney, Kontoor Brands (Wrangler, Lee e Rock & Republic), Levi’s, Target, Tom Tailor, URBN (Urban Outfitters, Anthropologie, Free People) e Walmart.
Cosa puoi fare? Firmare la petizione affinché questi marchi si impegnino a garantire la sicurezza nelle fabbriche che producono per loro in Bangladesh e in Pakistan. Puoi firmare dal sito della Campagna Abiti Puliti oppure direttamente qui.
4- Partecipare agli eventi organizzati in occasione della Fashion Revolution Week
Sono davvero tanti gli appuntamenti che si tengono in Italia e in tutto il mondo. Alcuni dei quali puoi seguirli anche online, scegli e approfondisci. Sul sito di Fashion Revolution trovi una mappa con una serie gli eventi e iniziative che si terranno in questi giorni. L’elenco può non essere completo, quindi cerca se nel tuo Comune sono previste iniziative da parte di associazioni, botteghe del commercio equo o altre organizzazioni.
5- Chiedere ai marchi trasparenza nella loro catena di produzione
Iniziativa social: il 24 aprile è il Fashion Revolution Day, è la giornata in cui si ricorda il tragico crollo del Rana Plaza. In questa giornata indossa una maglietta al contrario con l’etichetta bene in vista, fai un selfie, posta sui social e tagga il brand chiedendo: #WhoMademyClothes? Chi ha fatto il mio vestito? Oppure Chi ha fatto il mio tessuto #WhoMadeMyFabric? Trovi i poster sul sito di Fashion Revolution o in alternativa puoi crearne uno tu. Non dimenticare di taggare anche Fashion Revolution.
È questo un modo per chiedere ai brand trasparenza sulla loro catena di produzione.
A Milano per la Fashion Revolution Week 2023 il primo mercato urbano di moda etica
Per la Fashion Revolution Week 2023 Fashion Revolution Italia ha organizzato il primo mercato urbano di moda etica. Il FashRev_Mrkt si tiene il 21 e 22 aprile a Milano negli spazi di Fondazione Sozzani in via Tazzoli 3. L’apertura al pubblico è dalle 11:30 alle 19:30.
«Questa Fashion Revolution Week per noi è speciale, ricorre infatti il decimo anniversario dal crollo del Rana Plaza» afferma Marina Spadafora, country coordinator e presidente di Fashion Revolution Italia. «A distanza di dieci anni ci siamo chiesti cosa è cambiato e, per trovare una risposta, con FashRev_Mrkt abbiamo voluto dare spazio a brand positivi ed etici, nati per evitare che tragedie come quelle del Rana Plaza possano ripetersi in futuro».
Infatti, FashRev_Mrkt ospiterà i progetti di designer nati nella consapevolezza che non può più esserci spazio nell’industria della moda per ingiustizie sociali, spreco di tessuti e utilizzo di materiali o processi inquinanti.
I brand di questa prima edizione di FashRev_Mrkt sono: 0331, Cantoprimo, Cavia, Close the Loop, Endelea, Farma 282, Kechic, OOST, PECORANERA, SALAD, Sunvitale Studio, TMMT, TOOLS, W. Camicie, Vuschichè. La scelta dei designer è stata realizzata con il contributo della piattaforma Must Had, marketplace che propone abbigliamento, scarpe e accessori realizzati da designer e artigiani che recuperano tessuti e materiali già esistenti.
Mobilitiamoci! Attiviamoci! Rivoluzioniamo insieme l’industria della moda.
Foto da Fashion Revolution