Ciao! Grazie per essere su fattidistile.it, un blog dedicato al vestire circolare e sostenibile. Se sei sensibile e attento agli impatti dell’industria della moda su ambiente, diritti e benessere sociale, e sei a disagio quando acquisti abiti che scopri non etici, allora questo blog può esserti utile.
Mi presento. Mi chiamo Luisella Berti e faccio la giornalista. Da sempre mi occupo di sostenibilità ambientale, delle scelte di consumo per una migliore qualità della vita, degli effetti del cambiamento climatico sul benessere e i diritti delle persone.
L’industria della moda in tutto questo ha un peso enorme.
Tuttavia, la buona notizia è che modificando le abitudini di acquisto, noi consumatori possiamo spingere quella gran parte del settore moda, ancora “disattenta”, ad essere più responsabile e trasparente.
È vero. Etica, circolarità, sostenibilità sono termini molto impegnativi, soprattutto se riferiti alla moda.
Ma niente paura, perché già oggi è possibile fare delle scelte consapevoli anche in questa settore mastodontico, dove a farla da padrona è il fast fashion, la moda usa e getta. In pratica, quella che ha reso il mio e il tuo armadio stracolmo di indumenti diventati troppo presto fuori moda, oltre che spesso scadenti.
Io ci sto provando a fare un decisivo cambio armadio.
Da qui l’idea del blog: un viaggio alla ricerca di soluzioni praticabili per evitare un inutile spreco di risorse naturali e anche di denaro.
Pensaci bene, qual è il massimo dello spreco? Spendere soldi, anche pochi, per un abito o un paio di scarpe indossati raramente, però con impatti importanti: ambientali, perché la moda è la seconda industria più inquinante al mondo e sociali, perché gran parte della produzione, dal tessuto alla fabbricazione, avviene in Paesi in cui i diritti e il benessere dei lavoratori, perlopiù donne, non esistono. Senza contare, poi, l’impiego del lavoro minorile.
Allora, non sarebbe meglio acquistare meno e in modo più consapevole? Con più qualità, scegliendo chi nel mondo del fashion si comporta meglio sia sul piano ambientale che sociale.
Le novità non mancano, ma certo non sono ancora sufficienti per avere un’ampia scelta.
Però, intanto, possiamo partire da quello che già si possiede. Magari, in fondo all’armadio, a guardare bene, si trova sempre qualcosa da aggiustare, recuperare, modificare oppure regalare. Non c’è moda più circolare e sostenibile del riutilizzo e valorizzazione di quello che già si ha.
Se poi c’è qualcosa da comprare, in questo caso è possibile rivolgersi al mercato dell’usato, in forte crescita, o scegliere quei brand che si stanno impegnando di più per proporre una moda più lenta e duratura nel tempo.
Con un ciclo di vita più lungo, possibilmente capace di rigenerarsi in nuovi tessuti, nuovi abiti, scarpe o accessori.
Un’altra soluzione, destinata ad essere sempre più popolare, è la scelta del noleggio di abiti o accessori, magari per occasioni particolari.
Diventare un neo consumatore responsabile anche nella moda e negli stili di consumo si può. È un processo, da fare passo dopo passo. Anche sbagliando, l’importante è iniziare. Buona navigazione!