«La fast fashion, cioè la moda veloce – aggiunge – non comporta solo un grosso consumo di risorse in generale, ma anche un enorme spreco di energia. Infatti, ogni capo di abbigliamento ha un costo energetico nascosto: dalla produzione al trasporto, fino ai cicli di lavaggio e asciugatura. Per questo il settore della moda consuma oltre il 10% dell’energia industriale globale, con un forte impatto sulle emissioni di gas serra».
Secondo le ultime stime disponibile al 2018 l’industria della moda è responsabile del 4% delle emissioni serra globali, circa 2,1 miliardi di tonnellate di CO2 equivalenti, in pratica quanto Francia, Regno Unito e Germania messe insieme. Un dato che, con i ritmi di produzioni attuali, è destinato a crescere e non ce lo possiamo permettere.
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Come risparmiare energia: il Fashion SprecoTest
Il Fashion SprecoTest messo a punto dall’ENEA consiste in una decina di domande a risposta multipla: si va dal numero di vestiti che non usiamo da oltre un anno al grado di consapevolezza sull’energia utilizzata per produrre alcuni capi di abbigliamento; dalla frequenza con la quale laviamo i nostri jeans al nostro comportamento quando un abito si rovina. I risultati diranno se il nostro profilo di consumatori di moda corrisponde a quello del Green Shopper, il consumatore consapevole, o dell’Energy Waster, lo sprecone energetico.
Il test dura pochi secondi e vale la pena farlo: è utile per riflettere sulle nostre scelte di acquisto e di consumo di moda.
Per migliorare le abitudini in fatto di moda e diminuire i consumi energetici senza rinunciare a vestirci in base ai gusti, il decalogo proposto da ENEA contiene alcune semplici azioni quotidiane, a cominciare dalla scelta di capi di qualità invece di quelli usa e getta.
Lava meno e riduci la temperatura
E poi, ridurre i consumi legati al guardaroba, è possibile anche abituandosi a lavare a mano e a basse temperature, riparare piuttosto che buttare, allungare il ciclo di vita dei vestiti, scegliere capi prodotti in modo sostenibile, dare una seconda vita agli abiti dismessi.
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«Per ridurre l’impatto della fast fashion, è essenziale ottimizzare i consumi lungo l’intera filiera e promuovere scelte più consapevoli tra i consumatori», continua Disi. «Comprare meno, scegliere capi di qualità, lavare a basse temperature e adottare la moda circolare sono azioni concrete per ridurre lo spreco energetico. ENEA è impegnata su entrambi i fronti: supporta le aziende nella riduzione dei consumi e sviluppa strumenti per informare e sensibilizzare i cittadini. Con iniziative come il Fashion SprecoTest vogliamo far capire quanto sia importante l’impatto del proprio guardaroba e fare scelte più sostenibili. Unire moda e responsabilità ambientale è la sfida che dobbiamo affrontare oggi» conclude Disi.
Per iniziare il Fashion Quiz Sprecotest
Decalogo con le azioni per ridurre lo spreco energetico del tuo guardaroba