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Cosa fare dei vestiti usati? Ecco alcune soluzioni

Non sai cosa fare dei vestiti che non metti più? Recupera, regala, dona, scambia, partecipa, differenzia, vendi. Come? Leggi i consigli e metti in pratica.

A ogni cambio di stagione si pone il problema dei vestiti che non indossiamo più, soprattutto se in buone condizioni. Dove portarli? A chi donarli? Posso venderli? Sono domande ricorrenti e non si sa che pesci prendere. Tanto che spesso si finisce con rimandare e lasciare gli armadi stracolmi.

Eppure, rimettere in circolazione vestiti e accessori che per varie ragioni scartiamo, è essenziale.

Il settore tessile e abbigliamento è tra i più impattanti sull’ambiente e sulla crisi climatica. Ma è anche il settore con enormi potenzialità di risparmio di risorse grazie al riutilizzo degli indumenti in buono stato e, in seconda battuta, al riciclo delle fibre nel caso di indumenti non adatti al riuso.

Foto: Canva

A causa della fast fashion il settore è andato fuori controllo, con una produzione che è raddoppiata in soli 15 anni, creando sovrapproduzione e sovraconsumo.

Compriamo di più e indossiamo sempre meno. La conseguenza è che solo nell’Ue ogni anno vengono buttati circa 11 kg di prodotti tessili a persona. In più, anche la qualità di quello che acquistiamo è diminuita: i tessuti sono perlopiù in fibre sintetiche o un mix di materiali, praticamente non riciclabili per fare nuove fibre per l’abbigliamento.

Leggi anche: Quanti vestiti dovremmo avere nell’armadio?

Oltre a comprare meno e meglio, ecco cosa fare dei vestiti che non metti più. Ci sono almeno 7 soluzioni da mettere in pratica.

Indice

Recupera: prima di buttare pensaci
Regala ad amici e parenti
Dona: consegna direttamente
Scambia con gli swap party
Partecipa ai programmi di raccolta
Differenzia: i contenitori urbani
Vendi: app e negozi fisici

Recupera: prima di buttare pensaci

La prima cosa che puoi fare prima di sbarazzarti di quello che non metti più è pensare a come prolungarne l’uso. A volte sono sufficienti piccole riparazioni, magari qualche rammendo, oppure quella camicia o pantalone può diventare un altro capo, grazie al riciclo creativo. Per farlo puoi affidarti a mani esperte.

Foto: Canva

Se non ti piace più il colore, puoi ricolorare utilizzando prodotti adatti.

Insomma, le alternative per riutilizzare quello che non usi più, prima che varchi la porta di casa, non mancano.

Ad ogni modo, fatte queste valutazioni preliminari, ecco quali vie puoi scegliere per il tuo usato.

Regala ad amici e parenti

Uno dei modi più semplici per rimettere in circolazione quello che non metti più è chiedere ad amici e parenti se ne hanno bisogno. “Ho questo cappotto che non metto da tempo, è come nuovo, può interessarti?”. Al massimo la risposta sarà: “no grazie”.

Foto: Canva

Se è sì, il tuo cappotto, o quello che è, sarà indossato ancora per molto tempo e non occuperà ulteriormente spazio nel tuo guardaroba.

Dona: consegna direttamente

Parrocchie, associazioni, case famiglia

Puoi donare quello che non usi più tramite donazione con consegna diretta. Ti segnalo alcune possibilità.

Puoi rivolgerti alla tua Parrocchia e chiedere se nel corso dell’anno organizzano raccolte di abiti, scarpe, accessori o quant’altro. Se sì, prepara tutto secondo le istruzioni che riceverai e nei giorni stabiliti non dovrai fare altro che provvedere alla consegna. Quello che avrai donato sarà distribuito a chi ne ha bisogno.

Foto: Canva

Puoi contattare associazioni che organizzano giornate di raccolta. Come fanno, ad esempio, i comitati locali della Croce Rossa Italiana.

Inoltre, potresti contattare le case famiglia o le case di accoglienza: potrebbero aver bisogno di abbigliamento e scarpe.

A Torino donazioni ad Abito

Se sei di Torino puoi metterti in contatto con Abito. Si tratta di un progetto circolare e di inclusione sociale che gira tutto intorno alle donazioni di vestiti di privati cittadini. L’idea è nata dall’associazione San Vincenzo de Paoli per contrastare la povertà e favorire l’integrazione. I vestiti donati sono esposti nell’emporio sociale di Abito che è strutturato come se fosse un vero e proprio negozio.

Le persone che vivono in una condizione di disagio possono prendere gratuitamente quello di cui hanno bisogno e in cambio restituiscono tempo e competenze alla comunità.

Per sapere cosa donare consulta la pagina dedicata. Mentre per donare è necessario prenotarsi.

Abito ha anche una sartoria popolare per la riparazione dei capi danneggiati che possono essere riutilizzati anche attraverso il riciclo creativo.

In occasione di eventi di raccolta fondi o di open day si possono acquistare capi selezionati e sostenere anche così il progetto Abito.

Scambia con gli swap party

Un modo molto semplice e divertente per rimettere in circolazione il tuo usato in buone condizioni è quello di scambiarlo. In diverse città ormai si organizzano swap party, dei veri e propri appuntamenti dedicati allo scambio di abbigliamento, scarpe, accessori e spesso anche libri.

Foto: Canva

Partecipare è molto semplice: basta seguire alcune regole dello scambio e il numero dei capi da portare. In cambio ti verrà data una moneta fittizia con la quale puoi prendere quello portato dagli altri. E se non non riesci a “spendere” tutto? Avrai dei voucher da utilizzare ai prossimi swap. Vuoi saperne di più? Ne ho parlato in Swap party, cos’è, chi li organizza e come partecipare.

Partecipa ai programmi di raccolta

Un altro modo per allungare la vita al tuo usato è partecipare a specifici programmi di raccolta proposti da aziende e brand impegnati nella moda circolare e sostenibile.

Atotus: diventa un Tipper

A Trento puoi partecipare al programma di raccolta di Atotus. Oltre che un negozio e un e-commerce di moda sostenibile, Atotus è un un circuito di economia circolare nella moda che coinvolge tutti gli attori della filiera.

All’interno del circuito i Tipper (i consumatori), hanno un ruolo cruciale. Per questo Atotus (che significa “a tutti”) propone un servizio di raccolta del tuo usato da consegnare presso la sede di Trento.

Cosa puoi portare? Abbigliamento, biancheria per la casa, persino scarpe da running e da trekking. Tutto è ben spiegato su questa pagina. A seconda del peso e della tipologia del tessuto riceverai delle Tips, ovvero una moneta virtuale (senza scadenza) da spendere come scontistica sullo store online oppure presso il negozio fisico di Atotus.

La raccolta del tuo usato può avvenire contestualmente alla spedizione degli acquisti.

Il servizio circolare di Rifò

A Prato ha sede il brand Rifò che propone moda circolare a partire dal riciclo delle fibre e il confezionamento dei capi a km 0. Rifò offre un servizio di raccolta di maglioni usati e di jeans. I maglioni devono essere 95% lana o 95% cashmere. Nel caso dei jeans il cotone deve essere il 95% del tessuto.

Il conferimento avviene attraverso appositi box posizionati presso negozi e aziende aderenti al al programma di raccolta di Rifò. In questa mappa trovi tutti i punti di consegna.

Se non sono disponibili nella tua zona puoi prenotare il ritiro al tuo domicilio.

Chi partecipa alla raccolta riceve un buono sconto da utilizzare sul sito Rifò.

Foto: Rifò

I capi consegnati vengono selezionati: quelli non adatti al riuso, perché rovinati, vengono riciclati in nuova fibra nel distretto tessile di Prato.

Leggi anche: L’abbigliamento nuovo che nasce da fibre riciclate. La moda circolare di Rifò.

Ricicla le scarpe sportive con Esosport

Esosport è l’unico progetto in Italia e in Europa di riciclo di scarpe sportive. In Italia ha diversi punti di raccolta presso scuole, spazi ludici, impianti sportivi e negozi. Grazie al riciclo, Esosport trasforma le vecchie scarpe sportive in pavimentazioni per parchi giochi e piste ciclabili.

La trasformazione avviene nell’impianto “Amato Cannara” di Eso Recycling Società Benefit, a Tolentino, nelle Marche. Per sapere i punti di consegna consulta la mappa.

Differenzia: i contenitori urbani

Esiste la raccolta differenziata di abbigliamento e tessile in Italia? Sì, è obbligatoria dal 1° gennaio del 2022, tra l’altro in anticipo rispetto alla normativa Ue che ha fissato il limite al 1° gennaio 2025.

Tutto bene allora? Non proprio: ci sono ancora alcuni passaggi essenziali da fare, come ad esempio l’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore (Epr), cioè di un regime in cui produttori, importatori o distributori si fanno carico dei costi di raccolta, selezione, trasporto per il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti tessili.

Foto: Canva

Ad ogni modo, senza tediarti sulla normativa e i pezzi mancanti di un rinnovato sistema i raccolta differenziata del tessile in divenire, ecco come usufruire del servizio.

Ormai nella stragrande maggioranza dei comuni ci sono i cassonetti stradali per raccogliere separatamente abbigliamento, accessori, scarpe e tessile in generale. Ma i contenitori per la raccolta del tessile su strada, non sono ancora distribuite uniformemente su tutto il territorio nazionale né tanto meno all’interno delle città.

In alcuni casi il servizio della raccolta della frazione tessile è disponibile presso le isole ecologiche comunali.

Ma come dicevo inizialmente, la raccolta differenziata del tessile e abbigliamento è in fase di cambiamenti.

Nel frattempo puoi affidarti a quello che c’è e farlo in maniera corretta.

In caso di dubbi sull’ente che gestisce la raccolta (il nominativo deve essere indicato sul cassonetto), fai una piccola ricerca online o contatta il Comune. Purtroppo, si sono verificati casi di cassonetti abusivi e infiltrazioni di organizzazioni criminali. Insomma, la filiera della raccolta e gestione dell’abbigliamento usato non è priva di attività illecite. Lo scrive la Commissione Bicamerale “Ecomafie” in merito all’inchiesta sui rifiuti tessili e abiti usati del 2022.

Leggi anche: Il tessile al centro del Rapporto nazionale sul riutilizzo 2024.

Ma sarebbe un errore generalizzare: gli operatori onesti e trasparenti ci sono.

Detto questo, passiamo all’aspetto pratico.

Cosa mettere nei cassonetti nella raccolta differenziata del tessile urbana?

Puoi conferire indumenti, scarpe o accessori, biancheria intima, biancheria per la casa e altri prodotti tessili.

In genere, ma non sempre, è possibile inserire anche indumenti o tessuti rotti, bucati, consumati.  

Quindi, in caso di dubbi contatta il Comune o l’ente che gestisce la raccolta.

In tutti i casi valgono 2 regole:

  1. Per gli indumenti maleodoranti, sporchi di vernice o unti di grasso la via è il bidone dell’indifferenziata.
  2. L’usato va inserito nei contenitori all’interno di buste ben chiuse e non troppo voluminose.

Ricorda che se utilizzi i contenitori stradali per il tuo usato, quello che è in buone condizioni non va in beneficenza ai bisognosi, ma segue tutto un processo di selezione e valorizzazione con il fine della vendita al mercato dell’usato: è qui che finisce il 60/70% di quanto raccolto. Quello che non è adatto al riuso viene riciclato per creare pezzame e fibre per altri usi industriali; oppure in discarica o incenerito se non è recuperabile.

I contenitori con il logo Humana

Oltre 5.500 contenitori stradali e 1.200 comuni serviti in 37 province. Il servizio di raccolta differenziata di Humana sta diventando sempre più capillare. Dietro a tutto c’è Humana  People to People Italia Onlus, un’organizzazione umanitaria, politicamente indipendente e laica, nata nel 1998 per sostenere progetti di sviluppo nel mondo e azioni sociali e di sensibilizzazione in Italia.

Come si finanzia? Prevalentemente con la raccolta di abbigliamento usato che rivende presso i suoi negozi second hand e vintage in Italia e in Europa. La raccolta, lo stoccaggio, la selezione e la destinazione finale è affidata a Humana People to People Italia Società Cooperativa a r.l..

foto: Humana PEOPLE TO PEOPLE ITALIA ONLUS – store Humana Vintage

Si tratta di un sistema integrato dove ogni anello della filiera è controllato e rendicontato. Che ne è di quanto raccolto? Il 65,1% è destinato al riutilizzo come vestito; il 28,5% è riciclato per recuperare le fibre e una piccola parte (6,4%) va al recupero energetico.

Nel 2023 Humana ha raccolto 23 mila tonnellate di abbigliamento, scarpe e accessori usati. In pratica, il 14,4% di quanto viene raccolto a livello nazionale, cioè 160 mila tonnellate secondo gli ultimi dati Ispra.

Cosa puoi inserire nei contenitori di Humana

Capi d’abbigliamento, scarpe appaiate, accessori d’abbigliamento (cappelli, cinture, foulard), borse e zaini, biancheria per la casa e biancheria intima.

Foto: Humana PEOPLE TO PEOPLE ITALIA ONLUS

Cosa non puoi inserire

Scarpe rotte o non riparabili, materiale ammuffito, bagnato, intriso di sostanze inquinanti (vernice, olio, ruggine), materiale irrimediabilmente sporco, borse non riparabili, materiale sintetico deteriorato, finta pelle deteriorata, capi in plastica danneggiati (impermeabili, mantelle), pezzi di stoffa più piccoli di 30×30 cm, giocattoli, cinture rotte, farmaci, pannolini (neanche nuovi), coperte e cucce usate per animali domestici, cuscini.

Cerca il contenitore di Humana più vicino a te (consulta la mappa) e metti tutto in una busta chiusa, in modo da evitare che quanto conferito non si rovini.

Non trovi i contenitori di Humana? L’Organizzazione ha stipulato un accordo con OVS: in tutti i punti vendita, negli ecobox dedicati, puoi consegnare abbigliamento usato e in buone condizioni.

I cassonetti di Recooper e quelli di And Circular

Recooper è una rete di 5 cooperative sociali no profit impegnata nella raccolta di materiali circolari come gli abiti usati o i tappi di sughero. Il suo scopo non è solo recuperare materiali, ma anche persone in condizione di fragilità.

La Rete è presente con oltre 1900 punti di raccolta prevalentemente distribuiti su Bologna, Ferrara, Rimini, Imola, Modena, Udine e Venezia. Ogni anno raccoglie oltre 8 mila tonnellate di materiale.

Cosa puoi conferire nei contenitori Recooper? Abiti in buone condizioni: puliti, senza strappi e usurati. Possono essere vestiti per adulti e bambini, scarpe e accessori. I capi vengono selezionati e igienizzati. Una parte viene donata alle associazioni del territorio e un’altra venduta. Con il ricavato garantisce occupazione a persone in condizioni di svantaggio e crea nuovi posto di lavoro.

Per sapere dove sono posizionati i contenitori Recooper consulta la mappa.

Con la cooperativa sociale La Fraternità, impegnata nella selezione e valorizzazione dei capi avviati al riuso, Recooper ha dato vita a And Circular un e-commerce dell’usato e del vintage, ma anche un negozio fisico.

And Circular incentiva la raccolta di abbigliamento e tessili usati in buone condizioni grazie ai cassonetti intelligenti presenti nel punto vendita e in alcuni centri commerciali di zona. Puoi trovare gli indirizzi su questa pagina.

Ad ogni conferimento di almeno 0,5 kg si riceve un buono sconto da spendere presso i negozi convenzionati.

Vendi: app e negozi fisici

Hai mai pensato di vendere il tuoi vestiti usati? Puoi farlo sia vendendo direttamente online oppure rivolgendoti ai negozi di seconda mano. Alcune possibilità

Vendi il tuo usato online

Le possibilità di vendere il tuo usato comodamente da casa non mancano. Quindi se hai abbigliamento, scarpe o accessori in buono stato puoi scegliere di venderle online attraverso diversi siti e app. Qualche idea?

Puoi pensare di vendere su eBay oppure su subito.it; ci sono altre piattaforme come Vinted, Wallapop, o Vestiaire Collective dedicata all’usato di fascia alta.   

Foto: Vinted

Vendi tramite negozi

Puoi rivolgerti anche ai punti vendita fisici dell’usato. In questo modo non dovrai pensare a nulla: scattare foto di quello che vuoi vendere, descriverlo, fissare un prezzo e provvedere alla spedizione una volta venduto. Ti segnalo due catene dell’usato.

Mercatino

È una catena di negozi in franchising dove puoi vendere il tuo usato abbigliamento, scarpe, accessori, borse (oltre a tantissimi altri articoli).

Come vendere con Mercatino? Per saperlo non devi fare altro che contattare il punto vendita più vicino a te.

Quello che consegnerai verrà esposto sia in negozio che sull’e-commerce di Mercatino.

Mercatopoli

“Portaci gli abiti che non usi più e saranno perfetti per qualcun altro”, è questo il motto di Mercatopoli, network di negozi dell’usato.

Per vendere non devi far altro che selezionare quello che non metti più e contattare il punto vendita. I tuoi articoli avranno visibilità sia in negozio che sull’e-shop. Sul sito di Mercatopoli trovi tutti gli indirizzi.

Foto: Canva

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