Per una transizione verso una economia verde e circolare l’industria del tessile e moda ha un ruolo cruciale da giocare. Si tratta di un settore chiave per l’economia italiana e per l’Europa tutta, con un potenziale di innovazione e di risparmio di risorse ambientali enorme. Tant’è che l’Ue ha dedicato al settore la Strategia per il tessile sostenibile e circolare da raggiungere entro il 2030.
Se ne parlerà alla Fiera di Rimini dal 5 all’8 novembre all’evento internazionale Ecomondo 2024 dedicato alle tecnologie, servizi e soluzioni industriali per una transizione economica verde e circolare.
Ecomondo 2024 e il Textile District
Tra i settori coinvolti, che spaziano dalle bioenergie all’agricolture di precisione, non può mancare quello del tessile e abbigliamento per il quale Ecomondo da 4 anni ospita il Textile District (al padiglione B3): un’area tematica dedicata alla sostenibilità nel mondo della moda e ad una serie di eventi di riferimento sul tema dei rifiuti tessili.
Una delle maggiori criticità del settore infatti è la gestione del fine vita dei vestiti e delle fibre tessili non riutilizzabili. A livello globale meno dell’1% dei rifiuti tessili viene riciclato per fare nuovi vestiti. Gran parte di questi rifiuti viene esportato e finisce in grandi discariche in Asia, Africa e Sud America.
In Italia, secondo i dati Ispra, nel 2022 sono state raccolte 160 mila tonnellate di rifiuti tessili, con una media di circa 2,7 kg per abitante. La frazione tessile rappresenta ancora solo lo 0,8% della raccolta differenziata dei rifiuti.

La mole dei rifiuti tessili da gestire è in aumento. I prezzi accattivanti della fast fashion e dell’ultra fast fashion invogliano a comprare sempre di più e a scartare prima del tempo. La conseguenza è che solo nell’Ue ogni anno vengono buttati circa 11 kg di prodotti tessili a persona. In più, anche la qualità di quello che acquistiamo è diminuita: i tessuti sono perlopiù in fibre sintetiche o un mix di materiali, praticamente non riciclabili per fare nuove fibre per l’abbigliamento.
Dal 2025 obbligo della raccolta differenziata dei tessuti
Il tema è cruciale visto che dal 2025 scatta l’obbligo dell’Ue di raccolta differenziata dei prodotti tessili, oltre a quello di prevedere Regimi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). Si tratta di sistemi che obbligano i produttori a coprire i costi della gestione dei rifiuti tessili.
Le sfide e le possibili soluzioni infrastrutturali, tecnologiche e normative per la prevenzione e gestione dei rifiuti tessili saranno quindi al centro del Textile District di Ecomondo 2024. In programma un ricco palinsesto di convegni, seminari e workshop, oltre agli stand di diverse aziende del settore.
Tra le iniziative spicca il convegno del 6 novembre “Rifiuti tessili urbani: raccolta, riuso e riciclo. A che punto siamo?”, organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo e UNIRAU. Per l’occasione, esperti del settore discuteranno di modelli di raccolta differenziata, tecnologie di selezione e riciclo, ecodesign, blockchain e passaporto digitale nel settore tessile. L’incontro si focalizzerà sull’aggiornamento del quadro normativo e sulle criticità tecnologiche del riciclo tessile.
Per partecipare a Ecomondo 2024 e visitare il Textile District non ti resta che collegarti al sito dove troverai tutte le informazioni necessarie.