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La fast fashion è davvero economica? Prova il cost per wear

Un semplice calcolo ti aiuta a capire se quello che stai comprando è davvero conveniente. Si chiama cost per wear, il costo per utilizzo.

Non farti ingannare dal prezzo basso. La fast fashion non è poi così economica. E l’ultra fast fashion può essere ancora più cara. Ti sembra un’assurdità, vero? Hai mai sentito parlare del Cost per Wear (CPW)? Cioè del costo di un capo, ma anche di scarpe o accessori, in base a quanto lo utilizzi. Insomma, a quante volte lo indosserai?

“L’ho pagato poco, anche se si rompe o lo metto una o due volte non m’importa. Per quanto è costato, lo posso pure buttare! Di certo non lo porto a riparare, mi costerebbe di più. Non mi conviene! Me lo ricompro”. Sono queste le conseguenze del modello di consumo fast fashion e ultra fast fashion.

Con questo giochetto però si finisce per spendere di più rispetto a un capo di qualità, fatto per durare, per essere riparato, riutilizzato e a fine vita riciclato.

Per darti un’idea, tra il 1996 e il 2018 i prezzi dell’abbigliamento sono diminuiti del 30% rispetto all’inflazione, eppure le famiglie dell’Ue hanno speso il 14% in più per vestirsi.

I prezzi della fast fashion e dell’ultra fast fashion sono un forte incentivo all’acquisto, tant’è che la produzione di abbigliamento è raddoppiata negli ultimi 15 anni, arrivando a oltre 1 miliardo di capi all’anno. L’acquisto di abbigliamento è aumentato del 60% mentre si è ridotto della metà l’utilizzo.

Si compra e si scarta velocemente. Infatti, 3 capi su 5 di fast fashion finiscono in discarica entro un anno dall’acquisto. Il risultato è che nel mondo ogni secondo l’equivalente di un camion di prodotti tessili viene smaltito in discarica o incenerito. Solo nell’Ue in media ogni cittadino europeo butta via 11 kg di prodotti tessili all’anno.

Leggi anche: Perché la fast fashion ha gli anni contati

Il fatto è che non possiamo più permetterci la moda a basso costo.

La fast fashion e l’ultra fast fashion non fanno che intasare i nostri armadi. Sono articoli a scadenza, non solo per la qualità, ma il continuo incalzare di nuove collezioni fanno sembrare vecchio quello che hai comprato poco prima.

Leggi anche: Cos’è l’ultra fast fashion e perché non ne abbiamo bisogno

La strategia è quella di creare il bisogno di rinnovare continuamente il guardaroba, di capi spesso inutili e, nonostante tanta abbondanza, non avere “nulla da mettere”.

Leggi anche: Quanti vestiti dovremmo avere nell’armadio?

Come si calcola il cost per wear

Senza dilungarmi ancora, è arrivato il momento di parlare di soldi. Quanto risparmi se compri un capo fast fashion o ultra fast fashion rispetto a uno di maggior qualità?  La qualità si paga e paga, perché quel capo, o quello che è, potrai indossarlo di più e anche rivenderlo, quando per varie ragioni non farà più per te.

Il cost per wear è un semplice calcolo che ti dà il costo reale di quello che vuoi comprare in base a quanto lo hai indossato o pensi di indossarlo. È uno strumento molto utile per valutare la convenienza economica di quello che vorresti comprare e magari confrontare capi simili ma diversi per qualità e costo.  

Alcuni esempi del cost per wear

Una t-shirt fast fashion ammettiamo che costi di 10 euro. È fatta di un mix di fibre naturali e sintetiche. Intanto, è una maglietta irrecuperabile per fare nuovo filato perché non è monomateriale. Ma lasciamo perdere questo aspetto. Concentriamoci sui soldi e su quante volte la indosserai.

Supponiamo che questa maglietta la indosserai 10 volte, il che è più della media degli utilizzi dei capi fast fashion che è di 7.

Prezzo t-shirt 10 euro : 10 utilizzi = 1 euro ogni volta che la metti.

Se acquisti ultra fast fashion il costo iniziale di acquisto si riduce, ma probabilmente la indosserai anche meno.

Riprendiamo la stessa t-shirt al costo di 5 euro dell’ultra fast fashion.

La indossi 4 volte o perché al primi lavaggi si rovina oppure perché te la dimentichi nell’armadio in quanto non segue più il trend del momento. Quanto ti costa?

Prezzo t-shirt 5 euro : 4 utilizzi = 1,25 euro ogni volta che la metti.

Ora torniamo alla t-shirt, ma stavolta è 100% cotone di buona qualità ed è anche biologico certificato Gots. La maglietta è stata tagliata e cucita in Italia. Questa t-shirt costa 55 euro e la indosserai per più di una stagione, per un totale di 60 volte.

Prezzo t-shirt 55 euro : 60 utilizzi  = 0,91 euro ogni volta che la metti.

Come vedi, alla fine conviene comprare la maglietta a 55 euro, costa meno ad utilizzo perché la metterai di più. E non avrai bisogno di comprarne altre 10 da 10 euro o da 5 euro. Altri soldi risparmiati.

In più acquistando un cotone biologico certificato Gots sai che l’impatto ambientale della coltivazione del cotone è ridotto al minimo, come pure i processi successivi. Inoltre, si tratta di una produzione etica.

Il cost per wear è un calcolo che puoi applicare a qualsiasi articolo di abbigliamento, scarpe o accessori. Un modo semplice per fare acquisti ragionati e evitando di comprare in modo impulsivo grazie al prezzo apparentemente conveniente e allo stile passeggero del momento.

Fast fashion o usato?

E se invece di comprare fast fashion compri usato, quanti soldi risparmi? In genere, nel mercato di seconda mano si trovano capi di maggior qualità se poi andiamo sull’usato vintage ancora di più.

E se è un usato di fascia alta? I calcoli li ha fatti Vestiaire Collective, piattaforma di rivendita di moda di lusso di seconda mano. Nell’indagine del Circularity Report 2024 è emerso che acquistare un articolo di seconda mano sulla piattaforma il risparmio medio per utilizzo a lungo termine è del il 33% rispetto all’acquisto di un nuovo articolo fast fashion.

In particolare, si arriva al 50% per un paio di scarpe e all’80% per una borsa.

infografica vestiaire collective 2024

Insomma, la qualità al lungo andare paga. Se su un capo di abbigliamento ci hai investito di più perché di qualità, pensato per durare e dallo stile senza tempo, lo indosserai molto di più rispetto a un articolo di bassa qualità e che segue la moda del momento.

Infografica vestiaire collective 2024

Consigli per risparmiare sui tuoi acquisti di moda

Basta poco per fare acquisti ragionati. Poniti alcune domande e prenderti i tuoi tempi. Metti in pratica il cost per wear ed eviterai anche di fare acquisti impulsivi.

  • Mi serve davvero? È la prima domanda da porsi, indipendentemente dalle tue possibilità economiche. Avere un  capo di qualità e tenerlo nell’armadio è comunque uno spreco.
  • Mi piace? Chiediti se rispecchia i tuoi gusti e il tuo stile. Se ti ci senti a tuo agio. Se non ti ci senti bene o hai dubbi. Lascia stare.
  • Quante volte lo indosserò? Questa è una domanda cruciale. Se pensi di indossarlo pochissimo, magari una sola volta o due, è un acquisto che puoi evitare. Fai il calcolo cost per wear.
  • Potrò usarlo in futuro? Comprare qualcosa per una stagione per seguire il trend del momento e poi non indossarlo più non è un buon acquisto.
  • Lo potrò modificare e riparare? Poter modificare o riparare un capo di abbigliamento, dopo averlo indossato tanto, magari grazie al riciclo creativo, oppure poterlo riparare se si rompe in qualche punto, è essenziale. Significa allungarne ancora di più la vita ed evitare che vada a finire in discarica o bruciato da qualche parte in Africa o in Cile.

In conclusione, valutare il cost per wear prima di fare un acquisto, è un modo furbo per non buttare i soldi, e magari utilizzarli per qualcosa di più salutare.Un armadio pieno zeppo di vestiti è solo fonte di stress e di costi.

Leggi anche: 5 cose da fare a costo zero per vestire circolare e sostenibile

Pochi capi e buoni, secondo le possibilità, è la scelta migliore che puoi fare. In tutti i casi falli durare.

Foto di apertura: Canva

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