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donna in negozio di abbigliamento che sceglie un abito
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Second hand contro fast fashion: il vero risparmio è nell’usato

Gli italiani cercano il risparmio, ma sempre più spesso lo trovano nell’usato anziché nella fast fashion.

Di questi tempi, nell’acquisto di abbigliamento, scarpe e accessori gli italiani badano innanzitutto al risparmio economico. Nell’immediato, la fast fashion sembra la scelta più “conveniente”. Ma anche in Italia, l’usato sta diventando un’alternativa sempre più valida ed economica.

Basta guardare alle indagini più recenti sui consumi della moda second hand e della fast fashion.

D’altra parte secondo le stime della società di analisi GlobalData il mercato globale dell’abbigliamento di seconda mano raggiungerà i 367 miliardi di dollari entro il 2029, con un ritmo di crescita medio annuale del 10%. A fare da capofila, gli Stati Uniti dove l’abbigliamento di seconda mano raggiungerà 74 miliardi di dollari. A predominare, le rivendite online con un tasso di crescita medio del 13%.

Questi numeri, contenuti nel report annuale 2025 di ThredUp, piattaforma statunitense di abbigliamento usato, tra le più grandi al mondo, possono essere utili per avere un quadro generale della situazione.

La moda second hand in Italia vale 6 miliardi di euro

Tornando all’Italia, dai vari sondaggi si capisce che l’atteggiamento degli italiani verso l’abbigliamento usato sta cambiando, al punto che si è parlato anche di un vero e proprio boom del second hand.

Ce lo dice, ad esempio, un sondaggio condotto da IPSOS per Confesercenti a settembre del 2024. Ebbene, nei dodici mesi precedenti, più della metà degli italiani aveva acquistato almeno un articolo di abbigliamento, scarpe o accessori, di seconda mano. Un nuovo approccio agli acquisti che, secondo le stime, porta il mercato della seconda mano a oltre 6 miliardi di euro.

Sono le piattaforme online a facilitare gli acquisti per il 56% degli intervistati, con il 19% dei giovani che sceglie il digitale sempre o spesso. Forte anche la domanda di usato nei negozi fisici e nei mercati ambulanti, a cui dichiarano di rivolgersi il 51% dei consumatori.

Si torna in sartoria per le riparazioni

Anche le riparazioni guadagnano terreno: il 34% del campione intervistato porta sempre o spesso i propri capi di abbigliamento a riparare invece di comprarli nuovi, mentre il 52% lo fa qualche volta o raramente.

Una tendenza confermata dal ritorno delle sartorie in aumento di oltre il 4% tra il 2014 ed il 2024. Una crescita guidata soprattutto dagli imprenditori stranieri (+52%). Inoltre, tra le nuove abitudini dei consumatori, si afferma sempre di più anche la ricerca di capi prodotti con materiali riciclati: il 24% afferma di averli acquistati sempre o spesso, il 55% qualche volta o raramente nell’ultimo anno.

Risparmio, tra fast fashion e second hand

Proprio in questi giorni è uscito un altro sondaggio condotto a marzo 2025 dall’Istituto Piepoli per Udicon, Unione per la difesa dei consumatori, che registra un boom degli acquisti low cost, second hand e online.

Risparmiare è la parola d’ordine sia per chi sceglie la fast fashion sia per chi, invece, opta per il second hand. Dall’indagine emerge che il 37% degli italiani acquista capi low cost principalmente online, confermando la centralità del canale digitale per la moda a basso prezzo. Seguono i negozi fisici (32%) e i mercatini (15%).

Ma c’è anche un 12% degli intervistati che non compra capi a basso costo.

Ad ogni modo, tra le piattaforme più utilizzate della moda low cost figura Amazon con il 58% delle preferenze, seguito da Shein (28%), Temu (23%), H&M (21%) e Zara (20%).


Il dato più alto per l’acquisto online si registra nella fascia di età 35-54 anni (47%).

Fast fashion, questione di prezzo

Il prezzo è il primo motore delle scelte. Il 66% degli italiani acquista fast fashion perché è economica, seguito dal 31% che la considera accessibile e dal 28% che ne apprezza la varietà.


Tra i più giovani, emerge anche il desiderio di seguire le ultime tendenze (22% tra i 18-34 anni), a dimostrazione che il fast fashion non è solo una scelta di portafoglio.

Con che frequenza si acquista fast fashion?

Tra gli intervistati è emersa una frequenza molto elevata di acquisti di moda veloce. Tanto che il 27% compra fast fashion 2-3 volte al mese, il 21% almeno una volta al mese e il 4% addirittura ogni settimana. Infine, il 48% acquista fast fashion più raramente.

Alla fine il numero medio di capi acquistati al mese è di 1,2.

Ma la fast fashion conviene davvero?

Acquistare spesso fast fashion non fa risparmiare denaro, risponde solo a un bisogno, compulsivo, di indossare continuamente qualcosa di nuovo.

A conti fatti, i costi sono alti. Per saperlo basta applicare il calcolo del costo per utilizzo, cioè il prezzo pagato diviso per quante volte un capo verrà indossato. E c’è da stupirsi nel vedere quanto la fast fashion e l’ultra fast fashion siano più costose di un capo di qualità, fatto per durare e prodotto in modo etico.

Se vuoi saperne di più leggi anche: La fast fashion è davvero economica? Prova il cost per wear

Chi acquista abbigliamento usato?

Secondo il sondaggio Piepoli per Udicon, il 40% degli italiani ha acquistato almeno una volta abbigliamento di seconda mano. I più attivi sono i giovani dai 18 ai 34 anni (48%) e le donne (45%). Una scelta che è più diffusa nelle aree urbane con più di 100 mila abitanti.

Leggi anche: Conviene comprare abbigliamento usato? C’è un risparmio enorme

Piattaforme e canali dell’usato

Tra coloro che acquistano usato il 57% preferisce le piattaforme online (Vinted, Depop, Subito.it, eBay, Vestiaire Collective), il 42% si affida ai mercatini dell’usato. Inoltre, il 34% acquista nei negozi fisici di seconda mano

La scelta del canale varia in base all’età: i più giovani prediligono il digitale, mentre gli over 54 restano più legati ai mercatini e ai punti vendita tradizionali.

L’abbigliamento in testa agli acquisti di seconda mano

Chi sceglie il second hand non si limita all’abbigliamento, ma acquista anche altre tipologie di prodotti che includono:

  • Abbigliamento: 76%
  • Accessori: 39%
  • Arredamento: 31%
  • Elettronica: 24%
  • Auto usate: 13%

Perché si acquista second hand

Le ragioni principali per cui si sceglie il mercato dell’usato sono i prezzi più bassi rispetto al nuovo (78%), ma c’è anche una motivazione di sostenibilità ambientale (44%), la predilezione per la moda vintage (23%) e l’unicità degli articoli (21%).

Inoltre, dal sondaggio emerge che sempre più consumatori scelgono il second hand anche per accedere a brand di nicchia e di qualità, altrimenti fuori portata, ma disponibili a prezzi ridotti perché già utilizzati.

Insomma, quello che sta avvenendo in Italia è un cambio di mentalità rispetto alla scelta di comprare abbigliamento usato. Certo c’è il risparmio economico, ma quello ambientale è ancora più importante. A una condizione però: che un capo usato sostituisca l’equivalente nuovo. In questo caso l’impatto ambientale si riduce di 70 volte. E il risparmio è assicurato al 100%.

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