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vetrina con manichino in giacca rossa e alle spalle un palazzo in trasparenza
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Moda e ambiente: bocciati i grandi marchi

Emissioni, acqua e circolarità restano problemi seri secondo il report di Good On You. La sostenibilità ambientale nella moda è lontana. Meglio i piccoli brand.

A che punto è la sostenibilità ambientale nella moda? Purtroppo, le notizie non sono buone. Secondo Good On You, piattaforma che valuta la sostenibilità di migliaia di brand, i grandi marchi non stanno facendo progressi. Nel complesso il punteggio è pessimo.

Nel report Planet Benchmark 2025, sono stati analizzati 1.372 grandi brand (dal fast fashion al lusso) e 4.032 piccoli marchi, valutando 15 indicatori ambientali: dalle emissioni di gas serra alle strategie di economia circolare.

La situazione generale

L’industria della moda non sta migliorando il suo impatto ambientale. Su una scala da 1 a 100, il punteggio medio complessivo dei grandi marchi si ferma al 30%, con un solo caso che ha raggiunto l’86%. Al contrario, i piccoli brand hanno ottenuto una media del 46%, con diverse eccellenze che arrivano al 100%.

Il motivo? Le grandi aziende operano con filiere lunghe, complesse e poco trasparenti.
Un capo di abbigliamento prima di arrivare al punto vendita può aver fatto il giro del mondo, passando da più fornitori.

Spesso i grand marchi di moda non posseggono nemmeno le fabbriche dove vengono prodotti i capi, figuriamoci se sanno l’origine delle materie prime, dove avviene la filatura, la tintura o la tessitura.

Di conseguenza, non si assumono responsabilità per l’impatto ambientale delle loro produzioni, pur traendone profitti.

Emissioni di gas serra

La maggior parte dei brand riesce a misurare solo le emissioni dirette che derivano da risorse proprie o controllate (ambito 1) e quelle riferite all’energia acquistata (ambito 2), mentre solo il 7% valuta le emissioni indirette lungo la filiera di produzione (ambito 3), quelle più significative.

Anche sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra le performance sono scarse: solo il 17% ha fissato target basati sulla scienza, allineati all’Accordo di Parigi sul clima. Quanto alle energie rinnovabili, appena l’8% investe per favorirne l’uso tra i fornitori.

Più collaborazione, invece, tra i piccoli marchi e i loro fornitori artigiani. Tanto che il 17% ha scelto di realizzare prodotti fatti a mano, senza l’uso di energia elettrica.

Moda circolare? Ancora lontana

Il modello dominante resta quello lineare: prendi, produci, butta. Meno del 40% dei grandi marchi adotta iniziative di circolarità, e solo il 3% offre servizi di noleggio.


Solo il 6% investe in materiali a basso impatto ambientale e dal design circolare. Il poliestere riciclato è il materiale tra quelli alternativi più utilizzato dai grandi brand, mentre per i piccoli marchi è il cotone biologico.

Leggi anche: Cos’è la moda circolare? Significato, esempi e perché è importante

Il consumo d’acqua

La moda è un’industria “assetata”, ma solo il 9% dei grandi marchi ha attivato almeno una iniziativa per ridurre il consumo di acqua.

L’utilizzo di acqua riciclata è adottato dal 6%, mentre i sistemi a circuito chiuso sono quasi assenti (1%).

Leggi anche: Quanta acqua si consuma per produrre vestiti?

Conclusione

Può esserci un grande divario tra quello che i marchi dicono e quello che fanno realmente. I numeri servono a fare luce. «I numeri dicono tutto – spiega Sandra Capponi – co-fondatrice di Good On You – purtroppo il settore è molto indietro rispetto a dove dovrebbe essere per proteggere l’ambiente e il nostro futuro».

«Senza azioni più incisive e cambiamenti sistemici, il settore rischia di perdere la fiducia di consumatori, investitori e autorità di regolamentazione, il tutto minando la resilienza delle proprie catene di approvvigionamento. La moda semplicemente non può continuare su questa strada».

Good On You è anche un’app usata da milioni di persone per conoscere in modo semplice e immediato il livello di sostenibilità di un brand.

Come funziona? Leggi: Vuoi sapere quanto un marchio di moda è sostenibile? Prova l’app Good On You.

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