A che punto è la sostenibilità nella moda tra le aziende italiane? L’analisi arriva dal report “Moda e sostenibilità 2024” di Cikis Studio, team di esperti specializzato nella consulenza di sostenibilità nella moda.
Il tempo della autoregolamentazione del settore è terminato. Le nuove normative, figlie del Green Deal europeo, il piano per rendere l’Europa a “zero emissioni” entro il 2050, richiedono impegni profondi. Se il 2050 sembra lontano, l’obiettivo intermedio prevede la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Il che significa adottare modelli di produzione circolari, a partire dai materiali, la graduale decarbonizzazione delle filiere con il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili.
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Sempre figlia del Green Deal è la Strategia Ue per i prodotti tessili circolari e sostenibili e le normative che ne sono seguite. Come quelle sulla tracciabilità e la trasparenza del settore tramite il Passaporto Digitale di Prodotto (DPP) e la direttiva Due Diligence (Dovere di Diligenza).
Il Passaporto Digitale di Prodotto fornirà informazioni dettagliate sull’origine dei prodotti, i materiali, i processi di produzione e l’impatto ambientale.
Un documento essenziale per fare acquisti informati e consapevoli oltre che per confrontare i prodotti. A partire dal 2026 per sapere cosa stiamo comprando basterà scansionare col proprio smartphone il QR Code stampato in etichetta.
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La normativa sulla Due Diligence, invece, richiede alle aziende di mettere in campo pratiche per identificare, prevenire e mitigare i rischi legati ai diritti umani e all’ambiente lungo la catena di fornitura. Per le aziende significa una valutazione attenta dei fornitori, audit periodici e l’adozione di misure correttive quando necessario. Questa direttiva è entrata in vigore a luglio 2024 e gli Stati membri hanno due anni di tempo per recepirla.
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Insomma, il settore moda dovrà essere molto più trasparente e responsabile di quanto lo è adesso.
Le sfide sono enormi, soprattutto per quelle aziende che hanno delocalizzato la produzione. Così, per fare il punto, Cikis Studio ha intervistato un campione rappresentativo di aziende italiane con un fatturato superiore a 1 milione di euro.
Cosa è emerso? Innanzitutto, il 94% delle aziende sta rivedendo il suo modello di business, impegnandosi di più verso la sostenibilità. D’altra parte, è anche una questione di competitività, la pensa così il 76,6% del campione intervistato.
Tuttavia, le iniziative di tracciabilità della filiera sono diminuite del 30%, scendendo al 13,3% rispetto al 19% del 2023.
Inoltre, solo il 7,4% delle aziende investe effettivamente in modelli di business circolari strutturati, come il noleggio, la rivendita e la riparazione.
Altra nota dolente sono gli impegni di riduzione dei gas serra. Il 69,57% ha fissato obiettivi di riduzione delle emissioni, ma solo il 6,3% ha stabilito obiettivi basati sulla scienza, o Science-Based Target SBT. Si tratta di piani certificati da organizzazioni (come la Science Based Targets initiative SBTi), che verificano se gli impegni di riduzione delle emissioni sono coerenti con le più recenti evidenze scientifiche sul clima.
Come evidenzia lo studio, le principali sfide di sostenibilità nella moda sono la mancanza di collaborazione nella filiera, la burocrazia e la carenza di competenze nella comunicazione sulla sostenibilità. Questi ostacoli rendono più difficile per le aziende adottare soluzioni efficaci e innovative.
Ad ogni modo, il report cita diversi casi studio, aziende che stanno facendo la differenza.
Sostenibilità nella moda: le 5 aziende top
Alcuni esempi? Ecco i “Protagonisti del report Moda e Sostenibilità 2024” cioè le aziende che, secondo Cikis Studio, si sono distinte nelle 5 categorie d’impatto secondo quanto è emerso dalle interviste fatte nel 2023.
Tracciabilità
Per questa categoria spicca Rifò, il brand di moda circolare made in Italy di Prato.
Rifò ha inserito nei suoi 100 prodotti più venduti dati dettagliati sulla tracciabilità e impatto ambientale tramite il Passaporto Digitale di Prodotto e QR code.
Inoltre, Rifò è impegnato in un progetto di tracciabilità tramite blockchain per migliorare ancora di più la trasparenza di filiera.
Decarbonizzazione
Atlantis Headwear, specializzato nella progettazione e produzione di cappelli e berretti, è in testa sugli impegni di decarbonizzazione.
L’azienda ha ottenuto l’approvazione di SBTi per i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni. Atlantis Headwear punta a ridurre le emissioni dirette (Scop 1, generate dall’azienda stessa), indirette (Scop 2, dovute all’energia acquistata e consumata) del 42% rispetto al 2021. Inoltre, sta lavorando sulle emissioni generate lungo la catena del valore (Scop 3).
Nel 2023 ha installato un impianto fotovoltatico coprendo il 50% del consumo energetico. L’azienda ha anche analizzato la carbon footprint della linea berretti.
Processi chimici
OFFICINA39. L’azienda di Biella ha lanciato la linea Recycrom Dying, si tratta di coloranti riciclati ricavati dal recupero di scarti tessili pre e post consumo. OFFICINA39 ha anche sviluppato un prodotto enzimatico che sostituisce la pietra pomice nei trattamenti tessili, riducendo fanghi, consumo energetico e permettendo processi water-free.
Materiali
Filpucci Spa ha aumentato l’uso di materiali riciclati, tra cui lana, cashmere, mohair, lino e nylon certificati GRS. Questi materiali rappresentano il 12% delle materie prime acquistate. In più, l’azienda fiorentina di filati di alta gamma, ha completato l‘analisi del ciclo di vita (LCA) su 14 filati riciclati.
Economia circolare
La Sportiva ha lanciato il modello TX4R basato sulla tecnologia Resole Platform che permette una risigillatura completa e sicura delle scarpe da avvicinamento. Inoltre, ha inaugurato un centro per la rigenerazione delle calzature a Ziano di Fiemme. L’azienda trentina ha anche avviato il progetto ReSoul Lab e una rete di 54 risuolatori autorizzati. In questo modo, il 75% dei modelli di calzature può essere risuolato, allungandone così il ciclo di vita.
Altri esempi di aziende impegnate nella sostenibilità della moda le trovi all’interno del Report 2024 di Cikis Studio.