Nei negozi di Humana Vintage è arrivata la nuova collezione di primavera. In tutti gli store, a Milano, Bologna, Torino, Roma e Verona, c’è aria di novità. Ci sono capi, accessori e bijoux che spaziano dagli anni ’60 agli anni ’90, tutti selezionati con cura e attenzione. Insomma, tante proposte a prezzi accessibili per dare a tutti la possibilità di vestire un capo vintage e di qualità.
Proprio per aprirsi ad un pubblico ancora più vasto, Humana Vintage ha messo a disposizione un’app gratuita per fare acquisti online da tutta Italia.
Per il lancio di questa collezione Humana ha deciso di ispirarsi all’arte. Infatti il tema è “In mostra… la Nuova Collezione”. Una rivisitazione di opere d’arte del passato reinterpretate in versione pop. Opere dove i protagonisti, dalla Gioconda di Leonardo da Vinci alla Ragazza con il turbante di Jan Vermeer fino ai ritratti di Modigliani a Jeanne Hébuterne, sono stati contaminati da oggetti moderni. Un bel contrasto sia cromatico che temporale.
L’accostamento di opere d’arte alla moda vintage apparentemente sembrerebbe azzardato, ma tutto ciò che è vintage è senza tempo, è la moda che non passa.
Non solo, come l’arte il vintage è una continua ispirazione. E’ al passato che spesso stilisti e designer attingono per le nuove creazioni. Tornare al passato, rivisitandolo, dà sempre buoni frutti ed è fonte di idee.
Così, sul vintage vai sul sicuro. Quello che acquisterai non ti lascerà l’anno dopo, anzi ti accompagnerà per anni. Se non altro per la qualità.
A parte queste considerazioni, il messaggio di Humana è questo: la bellezza è anche in un capo vintage. Anzi, è una bellezza esponenziale: un articolo vintage è bello per fattura, per quello che rappresenta, perché è un acquisto eco-sostenibile (il riutilizzo ne allunga il ciclo di vita, evita lo smaltimento e il consumo di nuove risorse). In più, nel caso di Humana scegliere vintage ha un valore aggiuntivo: quello sociale. Infatti, ogni acquisto può migliorare la vita di tante persone. In che modo? Continua a leggere e lo scoprirai.
Intanto, sotto alcuni capi che puoi trovare negli store di Humana Vintage.
Come funziona la raccolta e la filiera degli abiti usati di Humana Vintage
Sai da dove provengono gli articoli che Humana mette in vendita? Dalla raccolta di vestiti usati, scarpe e accessori donati negli appositi contenitori di Humana People to People Italia Società Cooperativa a r.l.
La Cooperativa, con regolari autorizzazioni, provvede alla raccolta, stoccaggio, trasporto e lavorazione dei vestiti usati. Il servizio è effettuato in collaborazione con Humana People to People Italia Onlus, organizzazione umanitaria, politicamente indipendente e laica, membro della Federazione internazionale Humana People to People. In Italia, Humana è nata nel 1998 per sostenere progetti di sviluppo nel Sud del mondo e azioni sociali e di sensibilizzazione in Italia.
Ma perché il vintage di Humana ha un enorme valore sociale? Perché l’intero utile dell’attività di raccolta, selezione e vendita di abiti usati della Cooperativa, come previsto dallo Statuto, è destinato al finanziamento dei progetti sociali e ambientali di Humana. Sono i progetti di sviluppo in paesi come Brasile, India, Malawi, Mozambico e Zambia. In Italia, invece, i proventi vanno a sostegno di programmi di educazione alla cittadinanza mondiale e ambientale.
I 3 passaggi della filiera: tracciabile e trasparente
Humana segue tutte le fasi della filiera, dalla raccolta alla distribuzione. Questo le permette di creare un sistema integrato e rendicontabile. In più, nel 2017 ha ottenuto l’Attestazione in merito alla Carta di Impegni ESET (acronimo di filiera Etica, Solidale, Ecologica, Trasparente), rilasciata dall’ente di certificazione internazionale Bureau Veritas che ha verificato i principali anelli della filiera dei vestiti di Humana e il relativo flusso economico.
Ma ecco, in sintesi, i 3 passaggi fondamentali della filiera:
1. Il punto di partenza della filiera sono i contenitori gialli con logo Humana per la donazione di abiti, scarpe e accessori che non si utilizzano più;
2. Il servizio di raccolta degli abiti usati è realizzato con automezzi di proprietà e personale dipendente Humana. Gli abiti sono quindi portati negli impianti Humana in Italia autorizzati dagli enti competenti, dislocati nelle province di Milano, Brescia, Rovigo, Teramo e Torino. L’impianto in provincia di Milano, a Pregnana Milanese, è l’unico a svolgere l’attività di smistamento;
3. Lo smistamento suddivide la raccolta in oltre 40 categorie di prodotto: il 67,5% è destinato al riutilizzo come vestito; il 25,5% circa è riciclato per recuperare le fibre e una piccola parte (7%) è destinata al recupero energetico.
Infine, c’è un altro passaggio molto importante: che fine fanno gli articoli invenduti che rimangono nei negozi di Humana? Humana ha avviato delle collaborazioni con istituti di moda tra cui Domus Academy, IED e Accademia del Lusso. A fine collezione, una parte dei capi rimasti invenduti viene utilizzata dagli studenti per realizzare delle capsule in upcycling, permettendo ai ragazzi di esplorare nuove tecniche e sensibilizzare così i giovani designer sul tema del riutilizzo.
Oltre 3,6 milioni di euro risparmiati nel 2020 per le amministrazioni pubbliche e quindi per i cittadini (i vestiti non finiscono in piattaforma ecologica, quindi si evita il costo di smaltimento).
Sono 4.800 i contenitori gialli con logo Humana in 42 province italiane e in circa 1000 comuni. Trova il contenitore più vicino sul sito di Humana. Nel 2020 sono stati donati 20,3 milioni di chili di vestiti usati. Il riutilizzo ha fatto risparimare 73 milioni di chili di CO2 e oltre 122 miliardi di litri d’acqua.
Humana: un modello circolare e sostenibile
Ti parlo di Humana perché è un modello di attività circolare e sostenibile a 360°. Innanzitutto, per Humana l’unica economia circolare concepita è quella che include e reintegra non solo le cose (nel suo caso l’usato che diventa una risorsa), ma anche le persone (le attività sociali in cui Humana è impegnata).
Riguardo alla sostenibilità tutti e tre i fattori sono presenti: ambientale (grazie al ciclo virtuoso del riuso dei capi), sociale (attraverso le ricadute dei programmi di sviluppo nei Paesi più svantaggiati) e, infine, economico. Infatti, la fonte economica principale di Humana proviene dalla raccolta, selezione e vendita degli abiti usati. Il che le consente di programmare attività durature nel tempo.
Vintage: il libro da leggere
“Il sogno nel cassetto” è il libro scritto da Stefano Sacchi e Humana People to People Italia . Edito da FrancoAngeli è stato pubblicato lo scorso novembre 2021. Il libro ripercorre i decenni passati della moda. Chiarisce la differenza tra vintage e retrò e tra vintage e second-hand.
Inoltre, fornisce consigli utili per scegliere vintage. Infine, illustra il modello di Humana Vintage. La prefazione è di Marina Spadafora, ambasciatrice di moda etica nel mondo.
Se vuoi saperne di più, ti segnalo una mia intervista a Karin Bolin, presidente di Humana People to People Italia.
Il libro è disponibile nei negozi di Humana Vintage, in tutte le librerie e sulle principali piattaforme online.
Crediti foto: Ufficio stampa Humana People to People Italia Onlus